De Profundis

Eseguito al termine  della processione del Lunissanti in memoria dei confratelli morti.
L'espressione De profundis che, tradotta letteralmente, significa dal profondo (dell'abisso) è tratta dall'inizio del Salmo 129[1] secondo la traduzione in lingua latina della Vulgata.

 

De profundis clamavi ad te, Domine:
* Domine, exaudi vocem meam.

Fiant aures tuae intendentes,
in vocem deprecationis meae.

Si iniquitates observaveris, Domine:
* Domine, quis sustinebit?

Quia apud te propitiatio est,
* et propter legem tuam sustinui te, Domine.

Sustinuit anima mea in verbo eius,
* speravit anima mea in Domino.

A custodia matutina usque ad noctem,
speret Israël, in Domino.

Quia apud Dominum misericordia,
* et copiosa apud eum redemptio.

Et ipse redimet Israël,
* ex omnibus iniquitatibus ejus.

Requiem aeternam dona eis, Domine:
et lux perpetua luceat eis.

Requiescant in pace. Amen.

 

 

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.

Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi potrà sussistere?

Ma presso di te è il perdono:
e avremo il tuo timore.

Io spero nel Signore,
l’anima mia spera nella sua parola.

L’anima mia attende il Signore
più che le sentinelle l’aurora.

Israele attenda il Signore,
perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

L’eterno riposo dona loro o Signore: splenda ad essi la luce perpetua.

Riposino in pace. Amen