Una dì andendi a caccia

 

Il testo non ha un ordine prestabilito. I cantori improvvisano con brevi frasi scherzose. Si fanno anche continui riferimenti alla “voce” dell’altro: così è nel versetto “campana con poco suono, rintocco di malinconia” laddove è chiaro il riferimento a quei cantori che hanno poca voce ed intristiscono il canto (letteralmente il riferimento è alla campana a morto).

Trascrizione e traduzione a cura di Giuseppe Balzano, Barore Ticca e Giuseppe Brozzu.

 

Una dì andendi a caccia
Una dì andendi a caccia

Campana de pagu sonu,
tòccu de malinconia

Un malcanti un’ebba haia
e fattu sinn’era padronu.

A baddhà cand’entra Magghju
illa carrèra di l’Ortu
a bandhèra hani postu
un battòlu di cavàddhu.

Lu baddhu di Manganèddu
è staddu sempri educàddu
lu di la Logghja caggaddu
chi appesta tuttu Casteddhu.

 

 

Un giorno andando a caccia
Un giorno andando a caccia

Campana con poco suono
rintocco di malinconia

Un mercante aveva una cavalla
e se ne era fatto padrone.

Per ballare quando arriva (la festa) del Maggio
nella contrada dell’Orto
hanno issato per bandiera
il basto di un cavallo.

Il ballo di Manganeddu
è stato sempre eseguito con educazione
mentre quello della contrada della Logghja è sporco ed appesta tutta Castelsardo.